Dieci mesi senza di te, dieci mesi di vuoto. Un vuoto che
stringe l'anima, toglie il respiro, ti fa sentire sola in mezzo agli altri. Un
vuoto che non si colma, lacerante e crudele.
I primi giorni non riuscivo a mangiare, a dormire, a leggere, a guardare
la tv, ad ascoltare gli altri.
Il mondo mi scorreva accanto ed ero fredda, morta anch'io, come
te, nel mio animo febbrile. Solo la mia famiglia, il mio nido, i miei figli,
spettatori e vittime dello stesso dolore mi davano conforto. Poi ho iniziato
a fare: a fare cose manuali per colmare quel vuoto: lavavo, pulivo,
stiravo...incessantemente. Non volevo avere buchi.
Il lavoro, sì il lavoro, i miei ragazzi sono stato molto
importanti. Il loro accettare i miei silenzi, i loro occhi interrogativi
quando incontravano i miei sguardi diversi, la loro solidarietà muta e poi
pian, piano i loro sorrisi.
Eppure ancora adesso ho bisogno di riempire quel vuoto: corro, mi
impegno, leggo, nuoto, scrivo, ma lui riappare sempre e mi ricorda che non ci
sei più.
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