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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

La follia è una condizione umana

Tante sono le facce della psichiatria; belle e brutte, salvifiche o pericolose. Molti psichiatri hanno ucciso la tua personalità: il "manicomio chimico" è oggi la vera frontiera da abbattere, quel muro che separa i sani dai malati. Uno psichiatra ha cambiato il mondo: Franco Basaglia. Ad uno psichiatra mi sono rivolta nel momento più inteso del dolore, quando ogni cosa sembrava non avere più senso, quanto tutto intorno era solo mancanza, quando guardavo ma non vedevo, camminavo ma stavo ferma, non dormivo ma vegliavo.  A quello psichiatra, caro amico e compagno  di lotte politiche, chiesi se mi sarei mai rialzata, se quel dolore così forte e potente si sarebbe mai attutito.  Nove mesi: mi rispose, nove mesi come quelli che servono per far crescere una vita. Nove mesi solo per attutire, metabolizzare, razionalizzare.  Oggi quei nove mesi sono passati ma il tempo per me si è fermato.

Mi mancano, mi manchi...

Conservo un album di fotografie che ripercorre tutti i tuoi Natali fino all'adolescenza, si intitola "I Natali dei miei tesori", perché le tue (si sa) erano sempre festività doppie: Mattia e Nicolò, Nicolò e Mattia.  Un binomio inscindibile,  adesso reciso. Mi mancano i tuoi canti natalizi che inondavano la casa per settimane; mi manca il tuo stupore di fronte a Babbo Natale al quale (forse) hai sempre creduto;  mi mancano le decine di regali scartati e poi abbandonati perché per te la cosa più bella era l'atto dello scartare.  Mi mancano le tue ritualità, l'attendere con crescente ansia l'arrivo dei tortelloni, del panettone, dello spumante.  Mi mancano i tuoi Natali ciclici e ripetitivi: il tuo mondo non era in crescita, era sempre uguale a se stesso, scandito da riti e festività. E mente gli altri bambini poi sono diventati adolescenti, ragazzi ed adulti tu sei sempre rimasto un "bimbo magico", affascinato dalle luci, dai colori, dagli abbracci.

13 anni fa...

Sono le 7.06: esattamente 13 anni fa uscivi dal mio grembo, adorato Benedetto. Eri piccolo,appena tre chilogrammi ma per me erano molti se paragonati al peso dei gemelli Eri nato prima ma non avresti avuto bisogno dell'incubatrice, un bel sollievo!. Scuro, con pochi capelli in testa. Ho pianto, ho pianto molto, di gioia per una volta...eri sano, così almeno apparivi ad un primo controllo e l'indi ce apgar con il quale in ospedale vengono classificati i nuovi nati, era il massimo. Ti hanno lavato e ti hanno portato subito da me, eri freddo, molto freddo e piangevi con una vocina flebile e insicura, non ancora abituata al duro mondo. Dopo pochi minuti hai aperto un occhio, si è spalancato uno sguardo nerissimo e fiero, sembrava un carbone ardente. Dopo pochi minuti, come un pulcino bagnato, hai aperto il secondo occhio. Ed è stata subito vita...

8 dicembre

Per anni, dopo che sono nati i gemelli, ogni mattina svegliandomi nel letto e realizzando che era un giorno di festa pensavo: "non sono più sola, ci sono due figli con me!"  Mi immaginavo un Natale diverso, una Pasqua diversa ed effettivamente così era: i figli cambiano e stravolgono la vita. Tutto muta, tutto assume un valore diverso, migliore. Quest'anno, per la prima volta e in modo del tutto innaturale, ogni festa che arriva mi dico: "sono sola, manca un pezzo del mio cuore, della mia anima, della mia vita".   L'8 dicembre è per tradizione il giorno in cui a casa nostra si addobba l'albero di Natale e si prepara il presepe.  Come potrò farlo senza di te, figlio mio?  Te che amavi così tanto le luci colorate e i canti natalizi? Tu che da piccolo facevi sparire i personaggi del presepe che trovavo ovunque?  Tu che adoravi  il panettone e lo spumante ed ignoravi, quasi sempre, i pacchi di regali che ti venivano donati?  Tu che alle feste scolastiche na