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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Vuoto

Dieci mesi senza di te, dieci mesi di vuoto.  Un vuoto che stringe l'anima, toglie il respiro, ti fa sentire sola in mezzo agli altri. Un vuoto che non si colma, lacerante e crudele.  I primi giorni non riuscivo a mangiare, a dormire, a leggere, a guardare la tv, ad ascoltare gli altri.  Il mondo mi scorreva accanto ed ero fredda, morta anch'io, come te, nel mio animo febbrile. Solo la mia famiglia, il mio nido, i miei figli, spettatori e vittime dello stesso dolore mi davano conforto.  Poi ho iniziato a fare: a fare cose manuali per colmare quel vuoto: lavavo, pulivo, stiravo...incessantemente. Non volevo avere buchi. Il lavoro, sì il lavoro, i miei ragazzi sono stato molto importanti.  Il loro accettare i miei silenzi, i loro occhi interrogativi quando incontravano i miei sguardi diversi, la loro solidarietà muta e poi pian, piano i loro sorrisi.  Eppure ancora adesso ho bisogno di riempire quel vuoto: corro, mi impegno, leggo, nuoto, scrivo, ma lui riappare sempre

Gli anni di "Emergenzautismo"

Poco più di 10 anni fa mi imbattei in "Emergenzautismo", erano gli anni in cui si cominciavano a capire le grandi potenzialità della rete per mettere in comunicazione persone lontane, esperienze simili, approcci diversi:  era possibile  dialogare contemporaneamente con persone molto lontane eppure molto vicine.    La rete ha cambiato la vita delle persone ed io ho vissuto questo cambiamento in modo tangibile occupandomi dell’autismo di mio figlio.   Quello che subito mi piacque di “Emergeanzautismo” fu l’approccio biomedico al problema autismo.  Finalmente per la prima volta, dopo molti anni non sentivo più le solite storielle centrate su malesseri “psichici” dei malati.  Qui si parlava di disordini organici, di problemi fisici da curare in modo adeguato. L’autismo era visto come un disordine multi-sistemico con anomalie dello sviluppo, della comunicazione, neurologiche, gastrointestinali, endocrine, immunitarie.     Mi inserii nel forum, partecipai attivamente alle dis