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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Mi affogo

Mi affogo nelle attività per non pensare. Leggo, imparo, scrivo. Ho ripreso in mano vecchi progetti da portare a termine. Pulisco, lavo, stiro, non ho mai avuto la casa così pulita. Mi muovo, incontro persone, parlo, nuoto, consolo ma poi arriva il momento di vuoto quando meno me lo aspetto e mi coglie, come sempre, impreparata. Il dolore si insinua nei piccoli spazi che non riesco a colmare e il ricordo di te è ancora tagliente e crudo come il primo giorno. Un abbraccio Mattia.

Monte Carlo: Il secondo intervento al cuore di Nicolò

I gemelli avevano ormai 22 mesi, Mattia era un bambino bellissimo e florido, sempre pronto a sorridere al mondo e ancora non mostrava quei segni così terribili che di lì a poco lo avrebbero segnato per sempre. Anche Nico (dopo il primo intervento al cuore fatto a soli dieci giorni di vita) cresceva allegro e circondato dall’amore.   Nicolò anche oggi ha sempre il sorriso sulle labbra ed accoglie con gioia ogni cosa lo tocchi.   A suo modo vive la vita con filosofia e coglie l’attimo ogni istante della sua vita. Non prova invidia verso gli altri, non si è mai domandato né lo ha mai fatto con noi, perché fosse toccata proprio a lui quella gravissima malformazione cardiaca.   E già da bambino era così. Prima del “grosso” intervento, così lo chiamavamo a casa nostra, dovevamo evitare che corresse troppo, che si affaticasse, che non salisse sullo scivolo… Un’impresa quasi impossibile ma dovevamo farcela e ce la facemmo. Ogni minimo sforzo si traduceva in Nico in un aumento del colore

Un compleanno senza sole

Sono passati molti anni da quando sono venuta al mondo: più di mezzo secolo!  Ho avuto la fortuna di nascere nella casa di famiglia, nel letto dei miei genitori, una bella domenica di sole di inizio giugno. Allora qualcuno usava ancora fare così in campagna e mia madre volle farlo.  Nacqui nell’ora in cui tutta la famiglia si siede a tavola per mangiare   nel consueto rito domenicale, il mio arrivo fu una grande festa per tutti. Nonna Virginia prese il mio cordone ombolicale appena tagliato dall'ostetrica e lo seppellì sotto una rosa, questo rito serviva per propiziare una bella voce al nascituro.  Crebbi sana e non ebbi mai bisogno di conoscere l’ospedale. Dal momento in cui sono nati i gemelli tutto è cambiato per me: prima un mese di ospedalizzazione per evitare una nascita troppo precoce poi la conoscenza di moltissime strutture ospedaliere in Italia e all’estero e il faccia a faccia con il dolore e la malattia, soprattutto quella dei bambini, la più insopportabile. Poi la

La domenica con l'autismo

Le domeniche e i giorni festivi sono quelli più lunghi e più tristi per chi ha un figlio autistico in famiglia. Sino a che Mattia era piccolo era stato possibile portarlo con noi al cinema, al ristorante, in pizzeria, poi dopo la paurosa crisi adolescenziale tutto era diventato più difficile. La situazione imbarazzante poteva   verificarsi ovunque, in un attimo una situazione tranquilla e ordinaria poteva trasformarsi in un inferno. Gettare nel panico un intero cinema era cosa da nulla per Mattia, rovesciare un tavolo pieno al ristorante era semplice come bere un bicchier d'acqua, il tutto senza preavviso, senza una fatto scatenante che ai nostri occhi potesse giustificare tutto ciò. Le nostre passeggiate domenicali si svolgevano là dove occhi indiscreti non potevano vederci. Una delle nostre mete preferite durante la bella stagione era il Calambrone, lì potevamo fare lunghe passeggiate accompagnati solo dall’indulgenza della natura. Se Mattia voleva spogliarsi poteva farlo,