Sono le 7.06: esattamente 13 anni fa uscivi dal mio grembo, adorato Benedetto. Eri piccolo,appena tre chilogrammi ma per me erano molti se paragonati al peso dei gemelli Eri nato prima ma non avresti avuto bisogno dell'incubatrice, un bel sollievo!. Scuro, con pochi capelli in testa. Ho pianto, ho pianto molto, di gioia per una volta...eri sano, così almeno apparivi ad un primo controllo e l'indice apgar con il quale in ospedale vengono classificati i nuovi nati, era il massimo. Ti hanno lavato e ti hanno portato subito da me, eri freddo, molto freddo e piangevi con una vocina flebile e insicura, non ancora abituata al duro mondo. Dopo pochi minuti hai aperto un occhio, si è spalancato uno sguardo nerissimo e fiero, sembrava un carbone ardente. Dopo pochi minuti, come un pulcino bagnato, hai aperto il secondo occhio. Ed è stata subito vita...
Il 13 marzo del 1990 Bruno Bettelheim si suicidò in un modo orribile. Era un martedì mattina si chiuse a chiave nella sua stanza, ingerì una quantità imprecisata di pillole, si avvolse la testa in un sacco di plastica, lo annodò al collo e si lasciò morire per asfissia. Era considerato uno dei più grandi psicologi dell'infanzia, si vantava di essere allievo di Freud. Nel 1938 era stato internato, in quanto ebreo, nei campi di concentramento prima a Dachau e poi a Buchenwal d. Una vita difficile la sua, molto amato, osannato e poi disprezzato dalla comunità accademica. Abbandonato dai figli negli ultimi anni della sua vita. Deve la sua fortuna ad un libro pubblicato nel 1967: un libro sull'origine dell'autismo infantile che fece il giro del modo, tradotto in italiano con il titolo "La fortezza vuota". In questo testo Bettelheim attribuiva la causa dell’autismo a un rapporto inadeguato tra bambino e madre dovuto all’eccessiva freddezza della...
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