Sono sedici mesi che Mattia ci ha lasciato e da stamani manchi anche tu da questa casa dove vivevi da diciannove anni. Sei uscita di casa con la solita grazia ed eleganza che ti accompagnava da sempre ma ormai stanca, magra, senza forze, claudicante. Un mese fa ci hai fatto stare in pena ed hai trascorso qualche giorno in clinica veterinaria, sapevamo che eri molto anziana. Ce l'hai fatta ma per poco. Ieri sera non riuscivi a mangiare ed hai bevuto pochissimo. Principessa, così aveva voluto chiamarti Mattia, proprio come la cavallina con la quale faceva ippoterapia. Capitasti da noi una sera d'estate mentre stavamo cenando in giardino, un sordo miagolio sotto il tavolo attirò la nostra attenzione: eri tu dolce gattina tigrata, ancora piccolissima. Ti abbiamo subito adottata e sei cresciuta con i gemelli che si prendevano cura di te e tu di loro. Ti abbiamo cercato per tutto il giorno, sotto la pioggia battente e non ti abbiamo trovata. Sarai andata a morire in un posto lontano da occhi indiscreti come spesso i gatti fanno...
Il 13 marzo del 1990 Bruno Bettelheim si suicidò in un modo orribile. Era un martedì mattina si chiuse a chiave nella sua stanza, ingerì una quantità imprecisata di pillole, si avvolse la testa in un sacco di plastica, lo annodò al collo e si lasciò morire per asfissia. Era considerato uno dei più grandi psicologi dell'infanzia, si vantava di essere allievo di Freud. Nel 1938 era stato internato, in quanto ebreo, nei campi di concentramento prima a Dachau e poi a Buchenwal d. Una vita difficile la sua, molto amato, osannato e poi disprezzato dalla comunità accademica. Abbandonato dai figli negli ultimi anni della sua vita. Deve la sua fortuna ad un libro pubblicato nel 1967: un libro sull'origine dell'autismo infantile che fece il giro del modo, tradotto in italiano con il titolo "La fortezza vuota". In questo testo Bettelheim attribuiva la causa dell’autismo a un rapporto inadeguato tra bambino e madre dovuto all’eccessiva freddezza della...
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